domenica 20 gennaio 2008

Con la neve Mosca si azzittisce

Finalmente è tornato a nevicare e forse proseguirà a farlo nella giornata. Mosca in questa domenica di gennaio si mette di nuovo il silenziatore e si copre di bianco. Mancano poche settimane alle elezioni presidenziali russe e il risultato sembra scontato. Con la fine del 2007, la Russia e Putin sono stati al centro dell'attenzione internazionale, per via dei giudizi spesso sommari pronunciati contro un sistema autoritario, nel quale -dicono gli esperti- le libertà politiche del cittadino e la libertà di stampa sono mantenute in vita con il respiratore. Il mondo si è accorto poi che Mosca ha da dire la sua sul Kossovo e sull'Iran, questioni sulle quali in "Occidente" pochi mettono in dubbio i principi dell'autodeterminazione e della sicurezza in salsa americana. Dal baule in soffitta sono usciti in questi giorni ricordi dell'Ucraina, innescati da una frase pronunciata dal neo-nominato Rappresentante Permanente russo alla NATO, Dmitri Rogozin. Козацькому роду нема переводу, è il detto dei cosacchi della Sich' di Zaporozhe parafrasato da Rogozin: "Il popolo cosacco non morirà mai", si può liberamente tradurre.